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La giovinezza

«Io ho passato il periodo dell'infanzia, come tanti fanciulli, tra i trastulli, le allegrezze ed il pianto [?]. Nulla di strano nella mia giovinezza». Terzo dei sei figli nati dal matrimonio tra Domenico e Rosa Raimondi, Giuseppe trascorre la sua infanzia a Nizza.

Tratto da Vita illustrata di Garibaldi, di A. Balbiani, Milano 1860
Tratto da Vita illustrata di Garibaldi, di A. Balbiani, Milano 1860

Il padre è un commerciante marittimo, la madre una casalinga: la sua è ancora una vita comune, costellata da sogni ad occhi aperti che hanno sempre il mare come protagonista e la libertà come sua compagna. Quei sogni, tuttavia, per lui sono progetti, e questo provoca accesi scontri con i suoi genitori, che vorrebbero farne invece un rispettabile borghese di provincia, e a questo scopo lo inviano a Genova per perfezionare gli studi. Il clima cosmopolita della città marinara non fa che accrescere la sua insofferenza verso la rigida disciplina scolastica: è per sfuggire a quella grigia prigionia che un giorno si impadronisce di una barca e prende il mare, con alcuni suoi compagni. I fuggitivi vengono immediatamente intercettati e ripresi, ma Giuseppe ha ottenuto la sua prima vittoria: diventerà un marinaio. Tutto ciò che gli resta degli anni di scuola è qualche rudimento di inglese e una vera e propria passione per la storia antica: il resto della sua cultura sarà una conquista ottenuta da autodidatta, nelle lunghe ore di navigazione vuote e solitarie, che riempie con le pagine dei libri. Intanto, nel 1821, viene iscritto nel registro dei mozzi, e tre anni più tardi arriva il primo imbarco ufficiale, sul brigantino Costanza, una grande nave che batte bandiera russa, e solca le acque di tutta l'Europa, sino a giungere sul Mar Nero. Si tratta di un'avventura rischiosa ed esaltante, che impensierisce non poco la famiglia Garibaldi: alla fine del 1825 il giovane è richiamato in casa, e spinto ad accettare un lavoro presso la Santa Reparata, per un itinerario meno impegnativo, lungo le coste francesi. L'anno successivo, suo padre lo prega di prendere parte ad un viaggio per Roma sulla sua tartana: Giuseppe accetta, e coglie con piacere un'occasione che gli permette di conoscere più a fondo l'uomo cui deve l'esistenza e la passione per il mare. Tuttavia, già in quel momento ha "messo le ali": le tratte brevi e poco distanti da casa gli vanno strette. Inizia così una nuova avventura, che lo porta su navi grandi, a vela, moderne e in grado di affrontare percorsi lunghissimi. Il Coromandel lo spinge fino alle Canarie, il Cortese oltre Gibilterra, dove subisce per ben tre volte l'attacco dei pirati. Durante il viaggio, Giuseppe si ammala, e nell'agosto del 1828 viene sbarcato a Costantinopoli, dove si trattiene per tre anni. Nella primavera del 1831 è a Nizza, e nel febbraio dell'anno successivo, dopo aver ottenuto la patente di capitano di seconda classe, si imbarca come secondo sul Clorinda? A.F.


Clicca qui per leggere la Storia illustrata della vita di Giuseppe Garibaldi, di Antonio Balbiani, Milano 1860.