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Alcara Li Fusi

Nel territorio di Alcara Li Fusi, le tensioni riguardo all'usurpazione delle terre si erano concentrate sui terreni appartenenti agli ex-feudi Scavioli, San Teodora, Trombetta, Laccuna e San Giorgio. Queste terre, che cingevano il paese, erano in mano ai notabili, che dopo la legge sull'eversione della feudalità del 1812, avevano iniziato ad inglobare nelle loro proprietà anche le terre demaniali. Nell'aprile del 1860 cominciava a circolare la voce che Garibaldi sarebbe venuto in Sicilia per portare la libertà. Questo aveva acceso le speranze della popolazione che, guidata da Don Ignazio Cocco e Don Nicola Lanza, aveva iniziato a far incetta d'armi. L'appuntamento per la sommossa era stato fissato per il 17 maggio: quel giorno, una folla armata aveva cominciato a percorrere minacciosamente le strade della città. Giunti dinanzi al Casino dei civili, la rabbia era esplosa: rimanevano senza vita undici persone, tra cui il sindaco e la sua famiglia. Da quel momento, per circa un mese, il paese era rimasto in mano dei rivoltosi, fino a che il colonnello Giovanni Interdonato - giunto assieme ai suoi uomini - aveva sedato gli animi. Arrestati i capi dell'insurrezione, la Commissione speciale, il 18 agosto, aveva condannato a morte 26 persone, e comminato pene per 185 anni.

A.F.