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Filogaribaldina 1

Ricostruzioni filogaribaldine

 
Da The birth of modern Italy, di J. White Mario, Londra 1909, p. 305.


«Tre giorni dopo la vittoria di Calatafimi fu vinta dalla mera temerarietà e dall'assalto dei Mille, e dal 31 Garibaldi entrò a Palermo, a dispetto di 20.000 soldati borbonici, mirabilmente armati e approvvigionati, che lanciò più di 1.500 bombe sull'indifesa città, un atto che Lord Palemrston stigmatizzata in Parlamento come "indegno del nostro tempo e della nostra civiltà». [trad. a cura dell'autore].

 

Da Gli avvenimenti d'Italia del 1860: cronache politico-militari dall'occupazione della Sicilia in poi, vol. I, Venezia 1860, p. 27.

«Il bombardamento cominciò dalla flotta per parte dei due vascelli la Partenope e l'Amalia e fa seguito da quello del forte di Castellammare. Cadevano sulla città tre bombe al minuto. Un'ora dopo il mezzogiorno il bombardamento si rallentò e sino alle sei non furono scagliate che due bombe al minuto. Il bombardamento continuò un po' più lento anche nella notte. Atte 10 del mattino fu ripreso colla massima violenza».

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Da Documenti sulla rivoluzione di Napoli, di R. Manebrini, Napoli 1864, p. 71

«A quelli che conoscono Palermo, non è difficile, lo scorgere che il lungo tratto tra la porta di Termini- oggi porta Garibaldi - sino al centro della città , per la sua topografia , per la disposizione degli innumerevoli viottoli che lo tagliano in tutte le direzioni, riesce un campo impratticabile, e fatale allo incedere di truppe regolari. Non restò altro sfogo, che il bombardamento, e per tre giorni continui, la città fu coverta di bombe, incendiata in molti punti, e mandata in rovina con una barbaria indegna della nostra epoca - Quando la tregua fu segnata , quando le truppe partirono, quando il fumo dell'incendio s'involò nell'immenso cielo, allora la vittoria della libertà fu proclamata, con un grido possente che tuonò terribile nella corte di Napoli».

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