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AMBIENTE - Sciacca, il monte San Calogero diventa una Zsc

AMBIENTE - Sciacca, il monte San Calogero diventa una Zsc


2 febbraio 2021

Il monte San Calogero di Sciacca, in provincia di Agrigento, sarà
inserito all'interno della Rete Natura 2000 dell'Unione europea come
Zona speciale di conservazione (Zsc). Il governo Musumeci, su proposta
dell'assessore all'Ambiente Toto Cordaro, ha dato il via libera allo
schema con cui il ministero dell'Ambiente procederà adesso alla sua
designazione ufficiale. Nel dicembre 2019, con decreto del dirigente
generale del dipartimento regionale, erano stati definiti obiettivi e
misure di conservazione di quello che attualmente è già un Sito
d'importanza comunitaria (Sic).

La Rete Natura 2000 è lo strumento con cui in Europa si garantisce la
biodiversità dei territori e la tutela degli habitat naturali,
preservando la flora e la fauna rari o in pericolo. È costituita dai
siti di interesse comunitario, identificati dagli Stati membri secondo
la Direttiva Habitat, successivamente designati Zone speciali di
conservazione (Zsc). «Si tratta di una azione perfettamente in linea
con un principio ispiratore del nostro governo - spiega l'assessore
Cordaro - ossia salvaguardare l'ambiente attraverso uno sviluppo
intelligente del nostro territorio. Il nostro obiettivo è quello di
coniugare la tutela con la valorizzazione e la messa a reddito del
nostro straordinario patrimonio ambientale».

Il monte San Calogero, di natura calcarea, si trova a circa sette
chilometri da Sciacca ed è caratterizzato da un sistema di grotte di
natura carsica, uniche in Europa per la presenza di aria calda
sulfurea di origine vulcanica. Il complesso ipogeo è composto da
cinque grotte principali, utilizzate a scopi terapeutici fin dagli
antichi Greci: le Stufe di San Calogero, la Grotta Cucchiara, la
Grotta del lebbroso, la Grotta del gallo e la Grotta mastro. Ma l'area
ha anche un'importante rilevanza naturalistica legata alla flora e
alla fauna presenti e che adesso potranno essere tutelate a livello
europeo. Su tutto il monte si estende una riserva naturale di circa 50
ettari, composta da una fitta vegetazione principalmente rupestre.
Sulla cima, invece, si trova una pineta che nel tempo è diventata
l'habitat naturale di molti uccelli rapaci, tra cui il gheppio e la
rara aquila di Bonelli.