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GIACINTO CARINI (Palermo, 1821 - Roma, 1880)

Lit. Fratelli Terzaghi Milano in Album storico-artistico.

Indiscussa figura del Risorgimento italiano, Giacinto Carini fu tra i più autorevoli patrioti siciliani: compreso nell'elenco dei Mille, prese parte alla spedizione garibaldina in qualità di Capitano della VI compagnia. Proprio il ruolino di marcia della sua compagnia, scritto dal caporal furiere Giuseppe Cesare Abba con aggiunte di note personali, dal momento della partenza da Quarto allo sbarco a Marsala, poi fino all'arrivo a Palermo, costituì la base d'impianto di uno dei maggiori testi celebrativi delle memorie garibaldine: Da Quarto al Volturno. Noterelle d'uno dei Mille (clicca qui per leggerne un breve brano). Lo scritto di Abba  riesce a consegnarci pienamente l'entusiasmo e il coraggio con cui il Carini aderì all'impresa, distinguendosi sia a Calatafimi che a Palermo, dove il 29 maggio, rimasto ferito durante un duro combattimento condotto contro le barricate delle truppe borboniche a Porta Termini, fu costretto a fermarsi. Egli continuò, comunque, a essere elemento figurante nella spedizione grazie allo scrittore francese Alessandro Dumas, il quale individuò in lui il destinatario formale di una serie di lettere scritte a Milazzo, durante la battaglia, per offrire nell'immediato una  puntuale conoscenza degli eventi, con una precisa descrizione dei luoghi e dei fatti. Le lettere  vennero pubblicate in molti  giornali italiani ed esteri, e in alcuni casi vendute in stampe singole per la raccolta di fondi (vedi allegato in basso).
Giacinto Carini nacque a Palermo il 20 maggio 1821. Pur appartenendo ad una nobile famiglia  filo-borbonica egli, sin da giovane, abbracciò ideali liberal-democratici, legandosi a circoli liberali siciliani e napoletani. In occasione dei moti rivoluzionari del 1848, Giacinto Carini fu membro del primo Comitato rivoluzionario nato sull'isola. Dal governo provvisorio, presieduto da Ruggero Settimo, venne nominato colonnello e, affidatogli il comando del I reggimento di cavalleria, fu inviato a Burgio, un piccolo centro in provincia di Girgenti, dove si erano verificati dei disordini e degli eccessi. Costituitosi il Parlamento Generale di Sicilia, Carini si pose all'interno del circuito intellettuale e politico che si radunava attorno al club «L'Apostolato», a cui aderivano fra gli altri democratici del calibro di Crispi, Raffaele e Carnazza.
La restaurazione del governo borbonico segnò l'inizio del suo esilio a Parigi, da dove continuò attivamente l'attività cospirativa. Alla fine del 1850 fu tra i cinque esuli politici eletti dall'emigrazione siciliana per la costituzione a Parigi di un Comitato Centrale siciliano, che - pur ottenendo il riconoscimento da parte di molti comitati cospirativi che agivano all'interno dell'isola - ebbe tuttavia vita breve, poiché fallì proprio nel suo scopo principale, cioè quello di trovare obiettivi comuni per un'azione unitaria dei democratici italiani sparsi per l'Europa. Conclusa tale esperienza, Carini tornò a concentrarsi nell'attività commerciale che aveva avviato con molto successo nella capitale francese, con la creazione della «Revue franco-italienne», in seguito divenuta «Courrier franco-italien». L'espansione di tale attività  agevolò i movimenti  cospirativi, favorendo il contatto e l'interscambio tra gli esuli siciliani.
Giacinto Carini rientrò in Italia nel 1859, alla vigilia dell'impresa garibaldina.
Dopo la proclamazione dell'unità italiana, volle entrare nell'esercito regolare, partecipando nel 1866 alla terza guerra d'Indipendenza e raggiungendo il grado di Generale.
Eletto nel collegio elettorale di Bivona, in provincia di Girgenti, fu deputato del Parlamento unitario per ben cinque legislature.
Morì a Roma il 16 gennaio 1880. La salma, trasportata nella città natale, venne seppellita nella chiesa di S. Domenico.
La città di Palermo ha voluto celebrare la sua figura dedicandogli anche un busto marmoreo, collocato all'interno della villa Falcone-Morbillo, sulla cui base è incisa una significativa epigrafe che ben sintetizza il suo percorso esistenziale: «AL GENERALE GIACINTO CARINI, CHE MAGNANIMO NELL'ESILIO, NELLA PUGNA PRODE FRA I MILLE, LA MENTE IL BRACCIO IL CORE, SACRÒ ALL'ITALIA».

 

                                                                  M. G. P.