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RISO & RISO

4 giugno ore 21- Palermo, Palazzo Riso

 

(C'è) RISO&RISO
la rivoluzione del 4 aprile 1860 a Palermo
teatro del suono / performance

Lelio Giannetto ideazione, composizione, contrabbasso, regia
Matilde Politi canto, strumenti
Yousif Latif Jaralla cunto
Maria Gabriella Montalbano ricerca storiografica
Gaetano Pennino riduzione originale
Curva minore performing ensemble

Lo spettacolo originale e innovativo ideato da Lelio Giannetto, contrabbassista e direttore artistico di Curva minore, che coinvolge circa 40 performer in una sorta di Teatro del Suono in cui l'idea strutturale di installazione sonora si sposa con elementi performativi dove trovano spazio suono, canto, narrazione, testo, gesto ed in cui un ruolo fondamentale sarà svolto dalla interazione del pubblico. Questo infatti avrà un ruolo di partecipazione attiva scegliendo autonomamente il percorso narrativo: i performer saranno infatti disposti a una certa distanza l'un l'altro e, anche attraverso originali espedienti sonori, racconteranno una storia di storie della rivoluzione palermitana del 4 aprile del 1860 guidata da Francesco Riso. Alcuni canti del Risorgimento siciliano raccolti da Antonino Uccello saranno cantati da Matilde Politi, ci faranno da contraltare alcuni racconti brevi narrati dal cuntastorie iraqeno Jousif Latif Jaralla insieme alle musiche dello stesso Giannetto eseguite dal vivo. Questi ultimi racconti ci parleranno come la rivoluzione, in attesa dell'arrivo di Garibaldi, abbia coinvolto anche parte della nobiltà del tempo come, appunto, il Barone Riso (da cui il titolo dello spettacolo) che a Palazzo Riso, nell'allora via Toledo, organizzava feste e intrattenimenti per sviare l'attenzione dei gendarmi dalle attività sovversive. Lo spettacolo in se costituisce una sorta di rivoluzione esponenziale essendone la stessa struttura rivoluzionaria delle forme tradizionali del teatro e dello spettacolo in genere. Alcuni colpi di scena e alcuni evidenti elementi simbolici ci metteranno, inoltre, nelle condizioni di trovarci in un contesto innovativo, attuale e in linea con le espressioni artistiche delle capitali internazionali dell'arte e della cultura. La riduzione del testo è stata curata da Gaetano Pennino, le ricerche storiografiche sono state curate da Maria Gabriella Montalbano.
Lo spettacolo
La rivoluzione dei Riso (Francesco e il Barone) si manifesta oggi attraverso uno spettacolo che rappresenta l'idea di rivoluzione secondo diversi aspetti. A partire dalle prospettive sonore ribaltate, vengono rivoluzionate anche le unità di tempo e luogo tipiche della costituzione narrativa: prende forma il teatro del suono.
È una performance di natura pluridisciplinare che prevede l'utilizzo di elementi teatrali, musicali, scenografici e performativi di diversa natura attraverso un'innovativa regia di elementi scenici (suono gesto parola), ma dalla facile e immediata fruizione: lo spettatore, inoltre, sarà parte attiva nello svolgimento dell'azione scenica, coinvolto direttamente secondo percorsi itineranti.
Ogni segno, oltre ad un significante proprio, agirà in un gioco di rimandi su più piani, a partire dalla stessa struttura che, oltre a possedere un contenuto testuale legato alla rivoluzione palermitana del 4 aprile del 1860, si pone essa stessa in termini rivoluzionari: non ci saranno attori o personaggi ma il vero personaggio sarà il suono, presente secondo forme differenti, ribaltando, rivoluzionando, quindi, le regole tradizionali del teatro. Anche gli elementi spazio-temporali saranno proposti in senso schizofonico, rivoluzionando la 'geografia' scenica. La distribuzione circolare delle fonti sonore e dei performer, del resto, come anche l'utilizzo dei musicisti come emissari di 'segnali' sonori, evidenzierà una vera e propria oggettivazione dell'idea di rivoluzione: lo stesso pubblico, itinerante, dovrà scegliere autonomamente uno o più dei percorsi di fruibilità possibili.
Il Pubblico
Proprio esso, il pubblico, sarà l'elemento determinante per lo svolgimento dello spettacolo. Non saranno gli attori, i performer, i musicisti ad andare incontro ad esso; al contrario: ogni persona tra il pubblico si avvicinerà ai performer disposti a distanza tra loro, ascoltandone le emissioni sonore che ognuno di essi produrrà. Ogni performer, infatti, ripeterà ciclicamente e quasi sottovoce, sempre la stessa frase, che comunque avrà un proprio senso compiuto, ma l'insieme delle frasi enunciate da tutti i performer ci narrerà la storia della rivoluzione del 4 aprile. Il tutto condito da colpi di scena? sonori.

Contenuti
Il testo della performance/spettacolo sarà tratto da una riduzione originale della storia incrociata, per un gioco del caso, di due Riso: l'uno, Francesco, fontaniere, appartenente al popolo; l'altro, cittadino siciliano, Barone di nobile animo. Entrambi coinvolti, da parti distinte, nei movimenti rivoluzionari che favorirono il Viaggio di Garibaldi in Sicilia. Saranno utilizzati anche alcuni canti risorgimentali raccolti da Antonino Uccello.

La regia
Lo spettacolo è diviso in tre parti
Prima parte (durata 30')
Gli attori/performer si trovano disposti presso l'area d'ingresso del Museo fino al cortile interno con loggiato e ognuno di loro enuncerà un breve testo, dal senso compiuto, tratto dal racconto originale di Eugenio Guazzo del 1862. Gli stessi avranno dei segni distintivi indicanti il percorso cronologico che il pubblico dovrà seguire. In questo modo il pubblico potrà scegliere di seguire un percorso progressivo regolare secondo le regole di tempo e luogo, oppure irregolare, ma che avrà un senso alternativo, circolare, possedendo comunque ogni frase un proprio senso compiuto, significante in sé, come una cellula/parte di un tutto: questo darà la libertà, a ogni singolo fruitore, di scegliere e/o scoprire attraverso le proprie scelte un modo alternativo, proprio, di 'sentire' la storia. I performer saranno incappucciati, sì da assumere un significato simbolico, come simbolico sarà il modo di pronunciare il testo, sottovoce, come congiurati per non palesare i piani rivoluzionari.

Seconda parte (durata 15')
Dopo 30' entrano in gioco 4 microfonisti, simbolicamente rappresentando le spie che fecero fallire il moto rivoluzionario, che con i radiomicrofoni andranno a captare le voci dei performer secondo un ordine prestabilito. Ognuno di questi microfoni è collegato con un diffusore acustico (altoparlante): questi 4 altoparlanti saranno dislocati a formare un quadrato, ma in un'altra porzione del cortile non occupato dagli attori/performer. Il pubblico sarà così orientato dal suono e dagli stessi performer a riunirsi in questa sorta di palcoscenico vuoto dove, al contrario di ciò che avviene tradizionalmente, il pubblico occuperà il centro di questo atipico palcoscenico, mentre gli altoparlanti/attori avvolgeranno il pubblico in una sorta di abbraccio sonoro.

Terza parte (durata 30')
Dopo circa 15 minuti si disporranno su due lati opposti la bravissima cantatrice Matilde Politi e il famoso cuntastorie di Bagdad Yousif Latif Jaralla insieme al contrabbasso parlante di Lelio Giannetto. L'una e gli altri alterneranno la prima alcuni canti risorgimentali raccolti dall'antropologo e etno-musicologo Antonino Uccello, gli altri cunti originali realizzati a partire dalla storia dell'azione rivoluzionaria in cui si trovarono sia il capo del moto del 4 aprile Francesco Riso sia il Barone Riso.

Conclusione
La performance si conclude con un colpo di scena che? scopriremo dal vivo

 

 Armao e Lelio

 

 

 

 

 

 

 Prospetto Palazzo Riso

 

 

 Prospetto Palazzo Riso