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APPALTI - Dallo Statuto un aiuto alle Pmi siciliane

APPALTI - Dallo Statuto un aiuto alle Pmi siciliane

Spesso sovrastate dalle grandi aziende del Nord nella fase di aggiudicazione degli appalti pubblici nell'Isola ed estromesse dal meccanismo degli eccessivi ribassi, le piccole e medie imprese siciliane potrebbero adesso vedersi riconosciute una serie di agevolazioni che possano colmare questo gap. Il governo Musumeci, così come ha già fatto il Trentino Adige, chiederà infatti al capo dello Stato l'emanazione di un decreto legislativo che consenta la piena applicazione dell'articolo 14 dello Statuto speciale che attribuisce alla Regione la competenza esclusiva in materia di "lavori pubblici, eccettuate le grandi opere di interesse prevalentemente nazionale".
Lo schema di decreto, approvato dalla giunta di Palazzo d'Orleans dopo il parere favorevole dell'Ufficio legislativo e legale, dovrà adesso avere il via libera dalla Commissione paritetica Stato-Regione prima di approdare in Consiglio dei ministri. E' costituito da un solo articolo ed è composto da due commi: al primo si disciplina la competenza primaria della Regione Siciliana, specificatamente attribuita dallo Statuto in materia di procedure di aggiudicazione di contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture, da esercitare entro i limiti costituzionali e delle norme dell'Unione europea; al secondo comma, invece, si prevede la possibilità di stabilire interventi atti ad agevolare la partecipazione agli appalti pubblici delle piccole e medie imprese "in quanto importanti fonti di competenze imprenditoriali, d'innovazione e di occupazione".
«Si tratta - sottolinea il presidente Nello Musumeci - di un'altra norma di attuazione del nostro Statuto che può offrire opportunità finora mai colte. Le previsioni del Codice dei contratti pubblici, di competenza statale, hanno rappresentato di frequente un ostacolo insormontabile per le nostre imprese che non hanno i mezzi per reggere il confronto con consorzi di grandi dimensioni, ben strutturati e solidi economicamente. Il precedente del Trentino ci fa essere fiduciosi e siamo pronti, non appena da Roma arriverà il via libera, a predisporre una serie di misure che possano cancellare per sempre questa situazione di evidente squilibrio che ha finito per danneggiare la nostra economia».