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Regionalismo differenziato Musumeci: "Al Sud serve un nuovo Piano Marshall"

Regionalismo differenziato Musumeci:

«Il regionalismo differenziato è un'innovazione sul piano costituzionale. Un'esperienza senza precedenti. E come avviene in questi casi suscita perplessità, diffidenze e timori. E' comprensibile. Per questo noi Regioni del Sud riteniamo che la questione non possa essere legata e circoscritta alle tre Regioni che ne hanno fatto formale richiesta».
Lo ha detto il presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci intervenendo alla trasmissione Omnibus su La7 dedicata al tema del regionalismo differenziato.
«Abbiamo il dovere di chiederci quali saranno le ricadute sul meccanismo di trasferimento di risorse alle Regioni - ha spiegato il governatore - quali le influenze sul passaggio di risorse dal centro alla periferia. Non c'è il pericolo - si è chiesto il governatore - che col regionalismo differenziato assieme a nuove deleghe oggi in capo allo Stato ci sia il pericolo che chi è ricco diventi sempre più ricco, e chi è povero diventi sempre più povero?».
«Oggi l'Italia - ha proseguito Musumeci - è divisa in due, il divario sta crescendo sempre di più. Va bene il regionalismo differenziato al Nord, ma il Sud ha bisogno di un piano Marshall. Noi non siamo competitivi sul Piano infrastrutturale, sui servizi sociali essenziali. Quest'Italia non può affacciarsi al Mediterraneo, che non sappiamo quello che sarà fra dieci anni, senza avere un Sud adeguato e sufficientemente competitivo. Quindi nessun pregiudizio, ma apriamo il ragionamento a tutte le Regioni italiane e in tempi certi definiamo la procedura».
«La Sicilia - ha evidenziato il presidente - è una Regione autonoma da 70 anni quindi non abbiamo nessun pregiudizio sul regionalismo differenziato. Riteniamo però che per la sua portata questa vicenda debba comportare il coinvolgimento di tutte le Regioni italiane. Io chiedo al presidente Conte, di istituire un Tavolo con un crono-programma per non affrontare tempi indefiniti. Si è già perso tanto tempo e i colleghi di Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna - ha continuato il governatore - hanno diritto a risposte certe. Istituiamo un Tavolo, fissiamo un crono-programma, determiniamo con assoluta certezza i temi collegati al regionalismo differenziato. Il Fondo perequativo, la perequazione infrastrutturale e fiscale non possono essere messi in discussione. Se riusciamo a chiarire questi aspetti io sono convinto che si potrà andare avanti. Ma al Sud, il Governo Conte ci deve dire cosa vuole riservare».
«Il presidente Conte con le Regioni del Sud - ha osservato il governatore -non mi pare abbia un rapporto particolarmente improntato ad attenzione ed efficienza. A volte l'appartenenza anagrafica non significa condizione morale, le responsabilità dello Stato, assieme a quelle delle classi dirigenti, sono tante. Per un processo fallimentare in Sicilia si devono attendere oltre cinquemila giorni, la media in Italia è di duemilaottocento. Le infrastrutture statali in Sicilia si aspettano da trent'anni, non è una mera rivendicazione, ma la consapevolezza di come questo governo, ma anche quelli che l'hanno preceduto, verso il Sud non ha un'attenzione particolare».