L'emporio dell'antica Gela sorgeva lungo le pendici sud-orientali della collina, in località Bosco Littorio, divenuta recentemente oggetto di esplorazioni sistematiche.
Dalle indagini sono emerse strutture in eccezionale stato di conservazione che, per la tipologia e per l'ubicazione, a ridosso del litorale, sono riferibili ad un impianto di tipo commerciale, con funzione di raccolta e vendita delle merci.
Si tratta di ambienti a pianta rettangolare ed alzato di mattoni crudi probabilmente organizzati in iso-lati: le pareti sono conservate, nelle parti finora messe in luce, per un'altezza di oltre 2 metri, grazie al rapido insabbiamento verificatosi a seguito dell'abbandono della città antica. I muri sono rivestiti da un fine intonaco di colore chiaro e conservano, in alcuni casi, nella parte più alta, gli alloggiamenti per le travi lignee che formavano l'intelaiatura del tetto, realizzato in tegole fittili: sono anche visibili le aperture destinate alle porte ed alle finestre.
I reperti più antichi consentono di datare l'impianto intorno agli inizi del VI secolo a. C.; esso rimase attivo fino agli inizi del secolo successivo: all'interno degli ambienti è evidente una fase di distruzione, a testimonianza di un evento violento.
Fra i materiali, estremamente abbondanti, sono presenti esemplari di ceramica acroma, corinzia, attica, calcidese e laconica, ma anche contenitori da trasporto di tipo chiota, samio e greco-occidentale, i quali confermano la destinazione commerciale del complesso. Tra i tanti materiali segnaliamo, soprattutto, le tre are fittili con la raffigurazione di scene mitologiche a rilievo, databili agli inizi del VI sec. a. C., oggi esposte nel Museo Archeologico Regionale di Gela.