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Il rischio fitosanitario

L'insieme delle attività e dei provvedimenti di lotta ufficiali che mirano a prevenire l'introduzione o la diffusione di organismi nocivi è denominata "quarantena vegetale".
Gli organismi cosiddetti "da quarantena" sono per lo più elencati negli allegati I e II della Direttiva 2000/29/CE. Ad essi occorre aggiungere nuovi parassiti che, non ancora regolamentati, vengono di solito inseriti nella Alert list dell?EPPO (European Plant Protection Organization), e che spesso sono oggetto di temporanee misure fitosanitarie d?emergenza (decisioni comunitarie, decreti nazionali di lotta obbligatoria, ecc.) al fine di impedirne l'introduzione e l'eventuale diffusione in territori che al momento ne risultano esenti.
Per quanto accurati possano essere i controlli effettuati dal Servizio Fitosanitario Regionale (di seguito denominato SFR), bisogna tener conto che molti parassiti si nascondono in piante apparentemente in piena salute, totalmente prive di sintomatologia parassitaria e che spesso parassiti presenti in modo discontinuo possono non essere prontamente individuati nemmeno con controlli analitici a campione. In questi casi particolari, la sintomatologia parassitaria può manifestarsi settimane, a volte mesi, dopo l'introduzione. Per tali ragioni, la normativa fitosanitaria d'emergenza spesso può arrivare in ritardo rispetto all'introduzione di parassiti pericolosi e non regolamentati.



Il cuore del problema: il rischio fitosanitario

Possiamo definire il rischio fitosanitario come la possibilità di introdurre e diffondere nuovi organismi nocivi. Tali organismi dannosi spesso "esotici" possono trovare, in ambienti nuovi, condizioni favorevoli al loro sviluppo e, in assenza di specifici nemici naturali, colonizzare in poco tempo nuove aree e arrecare notevoli danni al patrimonio vegetale. L'esempio più recente è quello del punteruolo rosso delle palme che, pur essendo solo uno dei nuovi organismi introdotti in Sicilia negli ultimi decenni (ad es. la minatrice serpentina degli agrumi, il cinipide del castagno, ecc.), è quello che ha interessato diversi contesti, e non solo quello agricolo, poiché ha invaso in maniera devastante anche le aree urbane. Come accennato, per salvaguardare il proprio patrimonio di vegetali, l'Unione Europea con la normativa di base, e ogni Stato con ulteriori provvedimenti nazionali, hanno adottato misure di difesa costituite dall'emanazione di norme fitosanitarie, in cui sono indicate quali misure adottare per evitare l'introduzione e la diffusione di organismi nocivi nonché armonizzare lo stato qualitativo e sanitario dei materiali di moltiplicazione. Le misure fitosanitarie, in funzione del rischio, vanno dalla proibizione totale dell'introduzione di alcuni vegetali o prodotti vegetali, alla richiesta della constatazione di provenienza da una zona indenne, all'obbligo del trattamento della spedizione, all'ispezione della stessa e al rilascio di un certificato fitosanitario.
Nel caso di circolazione intracomunitaria di vegetali, vige l'obbligo di movimentare solo piante provenienti da un sistema di certificazione che possa garantirela sanità dei vegetali stessi.



Le vie di introduzione dei nuovi parassiti

Le classiche vie d'ingresso per l'introduzione di nuovi parassiti sono essenzialmente tre:
1. i cosiddetti punti di entrata comunitaria, costituiti in Sicilia da porti e aeroporti, soprattutto attraverso l'arrivo di materiale vegetale vivo (piante e prodotti vegetali) e substrati di coltura, ma anche di legname, materiale da imballaggio, supporti in legno, ecc.;
2. il commercio intracomunitario di materiale vegetale, soprattutto di materiale vivaistico che, purtroppo, nonostante i regolari controlli imposti dalla normativa nazionale ed europea, contribuisce notevolmente all'introduzione e alla diffusione di parassiti in territori prima esenti;
3. gli ingressi accidentali tramite il trasporto passivo (veicoli, calzature, uccelli, insetti, vento, pioggia, ecc.) sia da paesi extra UE.



La prevenzione

Le misure di prevenzione, per essere davvero efficaci, richiedono un'applicazione rigorosa delle norme a partire dalla filiera vivaistica, fino all'esportatore commerciale.
Il SFR ha il compito di presidiare i punti di entrata comunitaria effettuando i controlli fitosanitari obbligatori su tutta la merce sensibile soggetta a normativa e secondo gli adempimenti della vigente legislazione fitosanitaria. Inoltre, il SFR esegue costanti monitoraggi e controlli sulle superfici impegnate da attività vivaistiche e, ove necessario e previsto, anche in altre aree (agricole, boschive, a verde urbano, ecc.).
Ogni anno il SFR emana un programma regionale di monitoraggio redatto in attuazione al D.D.G. n.4363 del 30/06/2015. Il programma individua gli organismi oggetto di monitoraggio, il numero di controlli da effettuare per provincia e le analisi di laboratorio previste.
A fine anno vengono prodotti i reports per ogni organismo che saranno trasmessi al Ministero e alla UE.
Questa catena di processi consente di delineare, in tutto il territorio della Unione Europea, il quadro preciso della presenza o meno di organismi nocivi, la loro dislocazione, l'andamento della diffusione dell'organismo o delle attività di eradicazione in corso. Il SFR si articola negli Osservatori per le Malattie delle Piante di Palermo e Acireale, fondati con Regio Decreto nei primi anni del novecento, e le Unità Fitosanitarie Provinciali, uffici periferici del SFR, che hanno in organico tecnici e ispettori esperti demandati al controllo dei vegetali e dei materiali vegetali in entrata e in uscita dalla regione.
In particolare, gli Osservatori per le Malattie delle Piante, depositari di un'esperienza pluriennale altamente specialistica, sono dotati di strutture laboratoristiche in grado di eseguire analisi per la ricerca dei fitopatogeni.


Nell'ambito di questi controlli, il SFR pone particolare attenzione soprattutto:
- alle partite di materiale vegetale altamente sensibile provenienti da zone in cui è stata già accertata la presenza di focolai di organismi pericolosi.
Per tale motivo, il controllo accurato di piccolissime partite di specie vegetali particolarmente sensibili e provenienti da zone o da aziende considerate a rischio, può essere molto più importante dell'osservazione di grandi numeri di piante di specie poco sensibili;
- alle partite di vegetali provenienti da aree a rischio o da aziende che sono solite ricoltivare o svolgere il ruolo di intermediarie; ciò perché acquistare merce da un rivenditore della stessa provincia non garantisce che essa non provenga, in realtà, da un vivaio extraregionale o addirittura da un produttore extranazionale;
- all'accurato controllo documentale per avere la migliore tracciabilità possibile delle partite;
- alla notevole quantità di materiale vegetale che transita dai "Garden center" e non segue il circuito vivaistico regionale.