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Padre Carmelo: il frate che rifiutò di seguire Garibaldi

Da Da Quarto al Volturno. Noterelle di uno dei Mille, di C. Abba, 1891.
«22 maggio. Ancora a Parco.
Mi sono fatto un amico. Ha ventisette anni, ne mostra quaranta: è monaco e si chiama padre Carmelo. Sedevamo a mezza costa del colle, che figura il Calvario colle tre croci, sopra questo borgo, presso il cimitero. Avevamo in faccia Monreale, sdraita in quella sua lussuria di giardini; l'ora era mesta, e parlavamo della rivoluzione. L'anima di padre Carmelo strideva.
Vorrebbe essere uno di noi, per lanciarsi nell'avventura col suo gran cuore, ma qualcosa lo trattiene dal farlo.
- Venite con noi, vi vorranno tutti bene.
- Non posso.
- Forse perché siete frate? Ce ne abbiamo già uno. E poi altri monaci hanno combattuto in nostra compagnia, senza paura del sangue.
- Vorrei, se sapessi che farete qualche cosa di grande davvero: ma ho parlato con molti dei vostri e non mi hanno saputo dire altro che volete unire l'Italia.
- Certo; per farne un grande solo popolo.
- Un solo territorio?! In quanto al popolo, solo o diviso, se soffre, soffre; Ed io non so che vogliate farlo felice.
- Felice! Il popolo avrà libertà e scuole.
- E nient'altro! - interruppe il frate: - perché la libertà non è pane, e la scuola nemmeno. Queste cose basteranno forse per voi Piemontesi: per noi qui no.
- Dunque che ci vorrebbe per voi?
- Una guerra non contro i Borboni, ma degli oppressi contro gli oppressori grandi e piccoli, che non sono soltanto a Corte, ma in ogni città, in ogni villa. 
- Allora anche contro di voi frati, che avete conventi e terre dovunque sono case e campagne!
- Anche contro di noi; anzi prima che contro d'ogni altro! Ma col Vangelo in mano e con la croce. Allora verrei. Così è troppo poco. Se io fossi Garibaldi, non mi troverei a quest'ora, quasi ancora con voi soli. 
- Ma le squadre?
- E chi vi dice che non aspettino qualche cosa di più?
Non seppi più che rispondere e mi alzai. Egli mi abbracciò, mi volle baciare e tenendomi stette le mani, mi disse che non ridessi, che mi raccomandava a Dio e che domani mattina dirà la messa per me. Mi sentiva una gran passione nel cuore, e avrei voluto restare ancora con lui. Ma egli si mosse, salì il colle, si volse ancora a guardarmi di lassù, poi disparve».