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Il Piano di Prevenzione Regionale 2014-2018 e il Progetto S.E.S.

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Il progetto S.E.S. ("Salvate Eva in Sicilia") nasce all'interno di una serie di linee di attività intraprese dall'Assessorato alla Salute al fine di attuare gli interventi previsti dal Piano Regionale di Prevenzione (PRP) 2014-2018.
Il PRP è parte integrante del Piano Sanitario Nazionale, tra i suoi principali obiettivi affronta le tematiche relative alla promozione della salute ed alla prevenzione delle malattie non trasmissibili.
In particolare, il Piano prevede una serie di attività finalizzate all'incremento del tasso di copertura e di adesione delle donne siciliane allo screening del cervico-carcinoma.
A tale fine è stata attivata una rete di supporto regionale al PRP attraverso l'istituzione di un Master Universitario Biennale di II livello in "Promozione della Salute della popolazione ed Epidemiologia Applicata alla Prevenzione - PROSPECT".
Lo scopo del Master è quello di sostenere l'implementazione dei Piani di prevenzione e la costruzione di una rete epidemiologica e di salute di popolazione della Sicilia.
Il master vede tra gli enti promotori il Centro per la Formazione Permanente e l'Aggiornamento del Personale del Servizio Sanitario (CEFPAS) di Caltanissetta, l'Università degli Studi di Palermo, l'Assessorato Regionale della Salute - Dipartimento per le Attività Sanitarie e Osservatorio Epidemiologico (DASOE) e l'Istituto Superiore di Sanità (ISS).



Perché "Salvate Eva" in Sicilia?

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Il carcinoma della cervice uterina è per importanza, nel mondo, dopo il carcinoma della mammella, la seconda neoplasia della donna, con 500.000 nuovi casi annui e 250.000 morti.
In Italia il carcinoma del collo dell'utero, con circa 2100 nuovi casi stimati nel 2015, è per incidenza al 5° posto dopo il carcinoma della mammella, del colon-retto, del polmone, dell'endometrio.
Dalle statistiche di mortalità è storicamente nota la difficoltà nel discriminare la sotto-sede (cervice, corpo) nei decessi per tumori dell'utero. La mortalità globale per queste neoplasie in Italia è in calo negli ultimi due decenni (-1,4% all'anno). Contrariamente ad altri tipi di neoplasie, la mortalità per carcinomi dell'utero presenta valori più elevati al Sud rispetto al Nord-Italia (+22%).
In Sicilia, la base dati regionale dei Registri Tumori fa osservare, per il periodo di incidenza considerato (2007-2011), un tasso medio annuo pari al 6,1 x 100.000 con circa 160 nuovi casi in media all'anno, mentre i dati di mortalità del Registro Nominativo delle Cause di Morte Regionale (ReNCaM) registrano in media circa 30 decessi l'anno.
La sopravvivenza media a 5 anni è di poco inferiore al 70%.
Numerose evidenze scientifiche hanno dimostrato che lo screening del cancro del collo dell'utero, mediante esame citologico di cellule provenienti dallo striscio cervicale o PAP Test previene la morte per questa malattia. Il Pap-Test è un esame semplice e di efficacia dimostrata nel ridurre l'incidenza della malattia.
L'intervallo fra i pap-test è consigliato ogni tre anni per la popolazione target 24-65 anni.
In Sicilia gli sforzi profusi negli ultimi anni da parte del Sistema Sanitario regionale hanno permesso di quadruplicare l'estensione dello screening del cervico-carcinoma. Tuttavia i dati del sistema di sorveglianza Passi relativi al quadriennio 2012-2015, mostrano che il ricorso alla diagnosi precoce è inferiore a quanto rilevato nelle altre aree del Paese. Nelle ASP siciliane la percentuale di donne che ha riferito di aver effettuato il Pap-test preventivo negli ultimi 3 anni si attesta attorno al 69% (valore inferiore alla media di riferimento nazionale, 79%).



La Survey campionaria "Salvate Eva"

Nell'ambito delle attività formative del master è stata realizzata una survey campionaria sull'adesione delle donne allo screening cervicale, i cui dati sono stati presentati a Caltanissetta il 19 Febbraio 2016. L'obiettivo dell'indagine era di descrivere:

  1. la prevalenza dell'adesione e della non adesione allo screening tramite pap test,
  2. le ragioni addotte dalle donne sulla non effettuazione del test,
  3. il livello di informazione delle utenti, reali o potenziali, al fine di rendere mirata ed efficace una campagna di comunicazione.

I dati preliminari hanno dimostrato come in realtà la percentuale di donne che ha aderito allo screening organizzato così come definito dalle linee guida ministeriali (PAP test ogni tre anni, regolare ricezione della lettera di invito ed effettuazione gratuita del test) sia ancora più bassa (27%) rispetto a quella rilevata dal Sistema di Sorveglianza PASSI.
Per tale ragione è nata l'esigenza di creare un progetto atto a cercare di aumentare l'adesione al Pap test.
 



Le ragioni dell'intervento

Il requisito fondamentale perché un programma di screening sia efficace è che la popolazione sia adeguatamente coinvolta, in modo che l'intervento raggiunga proprio quelle fasce di popolazione che spontaneamente non accederebbero ai servizi e che sono spesso quelle più a rischio.
Il progetto S.E.S. ("Salvate Eva in Sicilia") nasce per incrementare il tasso di copertura e di adesione delle donne siciliane allo screening del cervico-carcinoma, individuando il ruolo centrale e proattivo del medico di famiglia per favorire l'adesione delle donne (soprattutto di quelle appartenenti alle fasce socio-economiche più svantaggiate) alla proposta di screening citologico organizzato. Per tali motivi è stata avviata la sperimentazione di un progetto pilota nell'area ad elevato rischio ambientale di Gela.
Al fine di garantire un opportuno e appropriato percorso di co-progettazione partecipata, sono stati coinvolti i principali stakeholders per partecipare a una serie di incontri operativi.



Il I° Workshop

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Organizzato in collaborazione con l'Amministrazione Comunale di Gela, il primo workshop operativo si è tenuto giovedì 10 novembre 2016 nei locali dell'ex parrocchia San Biagio.
Il workshop è stato finalizzato all'analisi dei problemi e alla progettazione di gruppo, assicurando una dimensione di scambio delle informazioni e delle conoscenze seguendo l'approccio Goal Oriented Project Planning (GOPP). Sono intervenuti rappresentanti locali delle direzioni sanitarie di distretto, dei centri gestionali screening, dei consultori familiari, di alcune associazioni di categoria dei MMG, delle ONLUS operanti sul territorio ed infine rappresentanti dell'amministrazione comunale di Gela.