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QUADRERIA DI PALAZZO D'ORLEANS

Il Palazzo d'Orleans


Premessa

Nel 1775 sul piano di Santa Teresa, attuale piazza Indipendenza, venne edificato il corpo principale di quello che sarebbe stato Palazzo d'Orleans, dall'abate Giovanni Francesco Monroy e Morso.
L'acquisto del modesto fabbricato del piano di Santa Teresa, sostenuto da un muraglione a strapiombo sulla fossa della Garofala e dell'area a tergo fu il preludio alla costruzione del grande casamento che avrebbe dovuto costituire la dimora magnatizia del Monroy.
Dal 1784 al 1806, l'edificio passò di proprietà del mercante don Antonino Oliveri, il quale apportò ulteriori modifiche abbattendo anche una casa limitrofa e provvedendo alla sopraelevazione del terzo piano ed all'ampliamento che venne condotto in tre tempi, durante l'intero arco di un quarto di secolo e la realizzazione delle due fasce estreme dell'edificio.
Il palazzo fu opera di valenti capomastri palermitani e sia nell'apparato compositivo del portale che in altri elementi del prospetto fanno intravedere l'esperienza architettonica di Veneziano Marvuglia.
L'edificio successivamente passava, con contratto di locazione verbale, al duca Luigi Filippo d'Orleans, il quale il 25 novembre 1809 sposò la lontana cugina napoletana, Maria Amelia, figlia del re Ferdinando IV di Borbone.
In seguito fu avviato l'acquisto dell'immobile assieme alle contigue abitazioni che prospettavano sulla piazza.

Il piano nobile (2° piano)

Le opere di ristrutturazione intraprese dal duca furono lunghe e durarono circa quattro anni dal 1810 al 1814. Splendidi sono gli ornati a stucco delle regali colonne e relativi capitelli in stile corinzio, ergenti nel grande salone del piano nobile (2° piano, camera da letto dei principi). Si ammirano, altresì, cornici e rosoni di volta, che adornano il salone con colonnato, opera di Giovanni Firriolo (1811); in origine in questo spazio dal soffitto a cassettoni del padiglione, con formelle in stile rinascimento, era disposto il letto dei duchi d'Orleans.
In prosecuzione al salone d'onore con colonnato, si realizzò un medesimo salone comunicante col primo, tramite quattro usci di linea, oltre il quale furono disposti gli appartamenti del duca. La camera da letto venne trasferita nella nuova stanza a cantoniere sul giardino, rendendo possibile il primo salone, ad impieghi di rappresentanza.

Il nuovo salone venne ornato con lineari decori a stucco, con larghe fascie a foglie d'acanto e capitelli di stile rinascimentale e nelle murate minori vennero disposti altri due grandi camini in marmo bianco, di eccezionale bellezza, ornati con lo stemma della Casa di Francia; su uno dei due caminetti, nella parete, si imponeva un altorilievo in bronzo (1896) opera di Eugene Benet, rappresentante la Francia, protetta da Giovanna d'Arco (la "pulzella" d'Orleans) in sembianze dell'Arcangelo guerriero, dono dei realisti francesi, che oggi è possibile ammirarlo percorrendo il corridoio di rappresentanza, sito al piano terra. Ancora un altorilievo in bronzo celebrativo dello sviluppo economico della Sicilia nel 18° anniversario dello Statuto della Regione autonoma, ad opera di Benedetto De Lisi 1964, lo si può ammirare al primo piano di fronte la scala di rappresentanza. Adornano il piano nobile, nove pannelli sovrapporta in olio su tela, di Elia Interguglielmi (1812). Questi dipinti sono da reputare il più valido e interessante ciclo pittorico d'ispirazione francesizzante del neoclassico siciliano.

Si possono ammirare anche suppellettili di estremo interesse scultorico-pittorico provenienti dalla Galleria d'Arte Sarno.
Nelle sale d'onore del secondo piano, ammiriamo due gruppi di figure, di straordinaria raffinatezza, di porcellana policroma (primi anni del sec. XIX), provenienti dalla Galleria Sarno di Palermo, sono poggiate su consolli in stile Luigi XVI in legno intagliato e dorato in oro zecchino, definite con ripiano in marmo rosa. rappresentanti momenti di relax dei nobili francesi residenti nel palazzo, di raffinata porcellana policroma di Meissen, la cui porcellana nata inizialmente per ricalcare e riprodurre le forme e lo stile dei prodotti cinesi, trionfò, invece, durante il corso del XIX secolo, nel rinato e straordinario stile neo-rococò.

Il conte, italiano, Cesare Marcolini, fu il primo conduttore della prima Fabbrica di Porcellana (1710) che venne aperta nel Castello di Albrechtsburg a Meissen - Sassonia - Germania. Possiamo ammirare, inoltre, un busto in bisquit bianco, raffigurante una ragazza, su base di porcellana fondo bleu; opera dello scultore e pittore francese Albert Ernest Carrier Belleuse (1824 - 1887).
Attraversando le sale del piano nobile, possiamo ammirare due colonnine in marmo verde del XIX secolo, con base e capitello in marmo bianco di autore non citato, nonché in una delle stanze di rappresentanza (oggi studio del Capo di Gabinetto) uno splendido camino in marmo, dalle eccezionali fattezze, con cariatidi egizie e pannello a boccaporto con stemma della Casa d'Orleans, opera di Giuseppe Durante (1811).

Tra i beni del Palazzo in esposizione un orologio in tartaruga con quadrante e fregi in bronzo dorato a mercurio, firmato sul quadrante sembra custodire tutti i fatti e misfatti di questo Palazzo.

La quadreria

Come è evidente dalla descrizione, numerose sono le opere d'arte che ornano gli ambienti del Palazzo; pertanto si è ritenuto di presentare, prioritariamente, la quadreria del piano nobile composta da quadri di notevole valore storico ed artistico.

In esse si può riscontrare l'opera di importanti scuole pittoriche del XVII - XVIII - XIX secolo, tra le quali quella di Anton Van Dick, di Esteban Murillo , A. Van Ostade etc., che qui di seguito di evidenziano.



 

Fonti:

Informazioni tratte dal libro di Salvo Di Matteo: " Il Palazzo d'Orleans e il suo Parco" ediz. Giada novembre 1983 - novembre 2003 e da inventario dell'Ufficio del Consegnatario di Palazzo d'Orleans, con relativi aggiornamenti.