Il 65° Anniversario dello Statuto dell'Autonomia siciliana
coincide quest'anno con le celebrazioni per i 150 anni dell'Unità
d'Italia. Unità che si fonda pienamente sulla lingua, nata nella scuola
poetica siciliana alla corte di Federico II, sulla religione, sulle
tradizioni culturali di un popolo in grado anche di esaltare la sua
pluralità grazie alla capacità di autogoverno delle regioni e comunità
locali. A questo percorso ha contribuito in modo decisivo la Sicilia,
con le idee e l'impegno profusi in questi anni. Eppure è intatto quel
gap infrastrutturale che da sempre ci penalizza.
Ricordare oggi i valori dell'Autonomia, l'impegno dei
Costituenti, il contributo di tanti studiosi e cittadini che in questo
hanno creduto, è il modo migliore per rivendicare i diritti storici del
popolo siciliano, difendere le sue istituzioni secolari, esaltarne la
cultura millenaria, credere nelle grandi potenzialità offerte dal
nostro Statuto d'Autonomia, soprattutto alla luce del dibattito
sull'attuazione del federalismo.
Per far questo sarà necessario rimettere il Mezzogiorno, e
la nostra Sicilia in particolare, al centro sia della politica
nazionale sia del Mediterraneo. Ed è proprio al centro del Mediterraneo
che la nostra storia millenaria diventa oggi attualità, che diviene
solidarietà ed accoglienza di fronte al dramma delle popolazioni
africane, perché frutto di un' esperienza simile e di valori
costitutivi dell'identità del nostro popolo.
Il 14 maggio, infatti, si riunirà a Palermo il II Forum del
Mediterraneo, la cui prima edizione, celebrata lo scorso anno nella
duplice ricorrenza dei 150 anni dalla battaglia di Calatafimi
(determinante per la Spedizione dei Mille e il processo di unificazione
del Paese) e del 64° Anniversario dello Statuto siciliano, ha
costituito l'avvio di un percorso, promosso dalla Sicilia che partendo
dall'Unità d'Italia si proietta verso l'intero Mediterraneo.

Raffaele Lombardo
Presidente della Regione siciliana