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MARIO MIRONE (Catania, 2 marzo 1789 - 17 febbraio 1864)

Fu ordinato presbitero nel 1813. A partire dal 1840 fu vescovo di Valva e Sulmona, le due diocesi abruzzesi che erano state unificate il il 27 giugno del 1818. Pio IX, il 27 giugno del 1853, lo trasferì nella sede episcopale di Noto.
Il suo trasferimento in Sicilia avvenne nel particolare clima che si determinò dopo le vicende del 1848-49, nell' idea, maturata anche nelle riflessioni della "sacra congregazione" dei vescovi siciliani del 1850, che la centralità da attribuirsi al pontefice romano costituisse un' ancora di salvezza nei tempi turbolenti che la società stava attraversando: in quest'ottica è stata pure vista, ad esempio, la nomina dell'arcivescovo di Siracusa Angelo Robino, considerato fedele al papa e di sentimenti antirivoluzionari.
Ma la vicenda del Mirone, più che restituirci l'immagine di un vescovo reazionario, o comunque impegnato politicamente, offre un interessante spaccato della Chiesa siciliana e dei suoi problemi nella seconda metà dell'Ottocento.
La diocesi netina era infatti relativamente giovane, e i primi presuli si trovarono tutti ad affrontare il problema di costituire le strutture di primaria esigenza per l'opera pastorale che erano chiamati a compiere. Così, anche grazie all'impegno del suo predecessore Naselli, Mirone fu in grado in tempi brevi di acquistare i locali che sarebbero serviti per il seminario vescovile. La questione dei seminari e della formazione del clero, era infatti ritenuta di centrale importanza per il rinnovamento spirituale della Chiesa dell'isola. L'11 agosto del 1854 il Mirone firma un contratto di compravendita con il marchese Giuseppe Trigona di Cannicarao, al quale paga una somma pari a mille onze. Ma i lavori per l'adattamento dei locali richiedono del tempo, così il 15 febbraio del 1855 il Mirone scrive al suo clero raccomandando che i chierici, finché il seminario non sia in grado di riunirli tutti, studino nei loro luoghi di residenza e con l'ausilio di un tutore, le discipline necessarie a una formazione ecclesiastica (il seminario sarebbe stato definitivamente inaugurato solo nel 1863). Intanto, preoccupandosi delle disposizioni tridentine, Mirone scrive pure al luogotenente generale a Palermo spiegando che i locali dell'episcopio come quelli del seminario devono essere attigui alla Cattedrale. A vendere tali locali alla diocesi netina è ancora una volta il Marchese Trigona di Cannicarao. Ma quest'ultimo pretende un premio per i sui "servigi" e decide di scrivere al luogotenente per raccomandargli suo zio Benedetto Astuto, come vescovo ausiliare per la diocesi di Noto. La risposta non si fa attendere, Mirone, dapprima attraverso il suo cancelliere, e poi personalmente, fa sapere di godere di ottima salute e di non avere bisogno di nessun vescovo ausiliare, definendo lo zio del marchese «dominato da una certa ambizione di volere ottenere ecclesiastiche dignità».
Mentre nell'estate del 1855 si diffondeva in diocesi un'epidemia di colera, il vescovo si attivò per programmare e dirigere i soccorsi agli ammalati negli improvvisati lazzaretti, e quando l'epidemia fu superata, indisse una memorabile processione di ringraziamento al santo patrono della città episcopale. Nel 1861, erano intanto completati i lavori di restauro della cupola della bellissima cattedrale, crollata l'11 gennaio del 1848.
Morì a 77 anni 1l 17 febbraio 1864.

M.L.

Principale bibliografia di riferimento:

- Guastella S., I vescovi della diocesi di Noto, Noto 2002;
- Guastella S., Il seminario diocesano netino, Noto, 2005.