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LUIGI NATOLI (Patti, 13 giugno 1779 - Messina, 25 febbraio 1875)

Fu eletto vescovo della diocesi calatina il 15 marzo 1858 e ordinato dal card. Girolamo D'Andrea il 22 marzo dello stesso anno, nella chiesa di San Gregorio al Celio in Roma. La presa di possesso della diocesi avvenne nel mese di aprile, dopo che quella sede era rimasta vacante per ben tre anni. Si adoperò subito per effettuare una visita pastorale, aiutato da dodici padri redentoristi, i quali si erano impegnati per un rinnovamento dei costumi religiosi della popolazione: di quella visita pastorale e dei suoi riscontri Natoli diede notizia nella sua prima relazione ad limina del 20 luglio 1859.
Per avere rassicurato la Santa Sede della fedeltà della Diocesi alla Chiesa di Roma, nel 1860 Natoli conquistava la stima di Pio IX, mentre ormai si facevano palesi le sue simpatie filo-borboniche. Così, il fatto di essere andato incontro al generale Afan de Rivera, per scongiurarlo di evitare alla città sede episcopale la rappresaglia delle truppe napoletane in ritirata, non fu sufficiente, in seguito, a risparmiargli l'antipatia dei liberali. E infatti questi ultimi lo costrinsero a lasciare la sua diocesi e a recarsi a Messina da dove gli fu concesso di rientrare solo nel 1862.
Nella sua seconda relazione ad limina descriveva le difficoltà riscontrate dopo il suo rientro in diocesi, essendo costretto ad operare in un contesto di acceso anticlericalismo, non mancando però di sottolineare la sua persistente opera pastorale.
Pochi anni più tardi ottenne una promozione, essendo trasferito all'arcidiocesi metropolitana di Messina. Ma evidentemente, non poteva essere solo il suo attaccamento alla causa pontificia a fargli guadagnare questa promozione, come le ricostruzioni di parte ecclesiastica lascerebbero intendere. Al contrario, in un documento relativo alla missione Tonello del 1867, in occasione della quale si raccolsero informazioni sull'episcopato italiano, Luigi Natoli veniva definito «dotto e moderato ed uno dei meglio affezionati al governo».
In ogni caso, il 2 febbraio 1867 il presule lasciò la sede episcopale di Caltagirone che rimase vacante, e dunque affidata al vicario capitolare, per ben cinque anni.
Anche a Messina però, il povero Natoli non trovò una situazione delle più semplici. Essendo considerato politicamente reazionario subì feroci attacchi, anche sul piano strettamente personale, non solo dagli ambienti politici, ma anche da parte della sua stessa curia.
La sua azione socio-pastorale si concentrò da un lato nella battaglia contro la massoneria, fortemente radicata nella città dello Stretto, dall'altro nel tentativo di riorganizzare il seminario, come spesso fanno i vescovi che immaginano un clero migliore, ma anche più fedele e ubbidiente.

M.L.

Principale bibliografia di riferimento:

- Rizzo G., Annali della città di Messina (1882-1885), Messina, 2007;
- Orrigo G., La diocesi di Caltagirone. Storia-arte-istituzioni.