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Archeologia, nuovi ritrovamenti a Sant'Angelo Muxaro

Archeologia, nuovi ritrovamenti a Sant'Angelo Muxaro

 
30 luglio 2020

La ripresa della campagna di scavi archeologici - fortemente voluta dal governo Musumeci e avviata in Sicilia appena un anno fa - continua a produrre risultati sorprendenti. A Sant'Angelo Muxaro, piccolo centro dell'entroterra agrigentino, le ricerche in localitą "Monte M'pisu", nelle tombe a pozzetto della necropoli eneolitica risalente al IV millennio avanti Cristo, hanno infatti portato alla luce vasi e resti scheletrici molto interessanti. I ritrovamenti saranno sottoposti, nei prossimi giorni, a esami scientifici e specifici che consentiranno di identificarne il contenuto. Le analisi isotopiche sui reperti scheletrici serviranno a identificare, invece, il tipo di dieta alimentare adottata dalla popolazione.

«La valorizzazione del nostro patrimonio archeologico - sottolinea il presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci - č una delle prioritą del mio governo. Quello di Sant'Angelo Muxaro č uno degli otto cantieri che abbiamo attivato in tutta l'Isola, dopo un'interruzione di oltre dieci anni, per aprire una nuova stagione che consentirą alla nostra terra di ottenere un duplice risultato: da un lato arricchire l'offerta del nostro immenso giacimento culturale a turisti, studiosi e curiosi, dall'altro conservare la nostra memoria».

«Le attivitą di ricerca e di scavo archeologico negli ultimi decenni sono state condotte da Universitą e Istituti privati - dice l'assessore dei Beni culturali e dell'identitą siciliana, Alberto Samoną - ed č stata precisa volontą del governo regionale, sotto impulso dell'assessore Sebastiano Tusa, quella di ricominciare a finanziare campagne in tutta la Sicilia affidandole alle professionalitą che operano all'interno dell'assessorato dei Beni culturali. I risultati ci confortano e rafforzano la consapevolezza che le Soprintendenze siciliane, dotate di eccellenti archeologi e tecnici, hanno la potenzialitą di continuare in quell'attivitą di ricerca che ci ha reso famosi nel mondo. Riprendere le campagne di scavo, inoltre č il modo per riappropriarsi di una tradizione scientifica indispensabile per lo studio e la conservazione della nostra memoria».

Di grande rilevanza anche le indagini che si stanno conducendo sul Monte Castello, alta e inaccessibile rocca sul fiume Platani identificata con Kamicos, cui č legato un patrimonio di leggende che ruotano intorno alla figura del cretese Minosse e del re sicano Kokalos. Un saggio in profonditą, infatti, ha rivelato la presenza umana gią cinquemila anni prima di Cristo mostrando ceramiche a decoro dipinto e inciso/impresso e, soprattutto, reperti di ossidiana di Lipari e Pantelleria che documentano gią nel Neolitico rapporti commerciali ad ampio raggio. Quella di Monte Castello, infatti, si rivela una delle pił importanti stratificazioni archeologiche mai documentate che, proprio in questo sito, descrive un continuum ininterrotto dal V millennio avanti Cristo fino ad etą greca, romana e medievale.

La Regione Siciliana ha finanziato in totale otto cantieri nelle province di Palermo, Catania, Agrigento, Trapani, Enna, Ragusa e Messina. Le attivitą riguardano, soprattutto, quelle zone della Sicilia che fino a ora hanno ricevuto minori attenzioni, sia in termini di finanziamento per la ricerca, sia per l'inclusione nei grandi circuiti.