Mercoledì, 29 maggio 2024
Il portale: ricerca
Home 
Home | Strutture regionali | Assessorato regionale dei beni culturali e dell'identità siciliana | Dipartimento dei beni culturali e dell'Identità siciliana | Struttura | Organizzazione e competenze | Parchi | Parco Arch. Siracusa SR | Area Archeologica della Neapolis-OrecchioDionisio-TeatroGreco

Area Archeologica della Neapolis, Orecchio di Dionisio e Teatro Greco

Indirizzo : Via del Teatro Greco
Provincia : Siracusa Comune : Siracusa
Tel. : 0931 66206 - 65068

Orari ingresso : Tutti i giorni 9,00-18,00
Biglietto singolo intero : 10,00 ¤
Biglietto singolo ridotto: 5,00 ¤
Biglietto unico cumulativo: Unico cumulativo (vedi allegato)
Note: Chiusura 16,30 durante le rappresentazioni Classiche

 



Google Maps

Panoramica del teatro

Panoramica del Teatro 360°

Panoramica dell'Anfiteatro

Panoramica dell'Area dei Sacrifici

Questa grande area archeologica costituisce il nucleo fondamentale del futuro Parco archeologico di Siracusa. Comprende, oltre ad alcune testimonianze di epoca preistorica (età del bronzo), il settore della città antica che include i monumenti pubblici, tra i più famosi dell'antichità quali il Teatro, la soprastante area del Ninfeo, con la Via dei Sepolcri, l'area del Santuario di Apollo, l'ara di Ierone, l'anfiteatro Romano, un'ampia area di latomie, la necropoli Grotticelli e la chiesetta di S. Nicolò.

Il teatro è sicuramente tra i più famosi del mondo antico, del quale viaggiatori del '700 e dell'800 hanno lasciato diverse vedute ed oggetto di numerosi studi che non solo riguardano il monumento in sé, ma l'origine e l'evoluzione del teatro greco in generale. Numerose fonti ci parlano del teatro greco di Siracusa, opera dell'architetto Damocopo detto Mirylla. A questo monumento sono legati diversi momenti della vita della città sia da un punto di vista politico che culturale. La parte conservata è quella scavata nella roccia, mentre la parte costruita della cavea così come i monumentali resti della scena di età romana vennero riutilizzati dagli Spagnoli per realizzare le fortificazioni di Ortigia tra il 1520 ed il 1531.

Le indagini archeologiche già cominciate tra la fine del '700 e gli inizi dell'800 sono continuate a più riprese, ma gli studi e le ricerche continuano ancora oggi. Il teatro appare come scolpito nella roccia del colle Temenite. Presenta una cavea di grandissime dimensioni, con 67 ordini di gradini; divisa in nove cunei da otto scalette ed in senso orizzontale, a metà circa, da un corridoio (diazoma). La parete a monte di tale diazoma, caratterizzata dalla presenza di modanature, reca incise delle iscrizioni in greco. Dal primo cuneo ad ovest sono i nomi di : Gelone II (forse), figlio di Ierone II ed a lui premorto, di Nereide sua moglie, di Filistide, moglie di Ierone II, e di Ierone II. In corrispondenza del V cuneo era il nome di Zeus Olimpio; era poi il nome di Eracle e successivamente di altre divinità il cui nome non si legge più.

I personaggi citati consentono di datare il monumento tra il 238 e il 215 a.C. La parte superiore della cavea, costruita a partire dal 19° gradino sopra il diazoma, era delimitata da un muro che costituiva sostegno per il terrapieno artificiale. Sia l'orchestra che l'area della scena recano tracce di successive modifiche trasformazioni legate sia alle diverse esigenze dell'apparato tecnico che all'utilizzo del teatro nei secoli. Le diverse tracce sulla roccia sono state interpretate in modo diverso con conseguenti diverse letture delle varie fasi del monumento stesso.

Alcuni studiosi (Auti, Polacco) hanno visto le tracce di un primo teatro di forma trapezoidale che solo in età timoleontea avrebbe avuto una forma semicircolare, ma secondo la maggior parte degli studiosi invece avrebbe avuto una forma semicircolare fin dalle origini ed il taglio trapezoidale si deve considerare come il risultato della trasformazione del teatro a luogo per spettacoli e giochi d'acqua. Gli ultimi interventi sul teatro sembrano potersi riferire agli inizi del V sec. d.C., sulla base di una iscrizione, ora perduta, che ricorda un intervento sulla scena da parte di Nerazio Palmato.

Alla sommità della cavea, nel settore occidentale, era un portico ad "L". Rimane visibile una banchina, tagliata nella roccia, riferibile alla fondazione del colonnato frontale. Sono visibili lembi della pavimentazione in cocciopesto e fori per travi. Al centro della parte rocciosa è una grande grotta artificiale che presenta un soffitto a volta ed all'interno una vasca rettangolare con rivestimento in cocciopesto che raccoglie l'acqua che sgorga da una nicchia nella parte di fondo, che costituisce ramo dell'acquedotto di età greca.

All'esterno, la grotta è caratterizzata dalla presenza di 4 nicchie; due, più piccole, rivestite in origine di intonaco e due più grandi, poste esternamente rispetto alle prime e più in basso. E' molto probabile che ospitassero in origine statue per essere trasformate successivamente in sepolcri. La parete dove si apre la grotta, superiormente decorata all'esterno da un fregio dorico del quale restano labili tracce. Tale sistemazione era precedente alla creazione del portico.

Questo complesso doveva essere connesso con il teatro e si può identificare con il MOUSEION, sede ufficiale della corporazione degli attori, sia sulla base di due iscrizioni onorarie sia per il rinvenimento di tre statuette di Muse in marmo. Ad ovest della grotta la parete è coperta da incavi di forma rettangolare. Ad est rispetto alla grotta era stato impiantato un mulino mentre ad ovest era la chiesa di S. Maria della Grotta; entrambi vennero demoliti nel '900.

Ad ovest della terrazza ha inizio la Via dei Sepolcri, le cui pareti presentano incassi per quadretti votivi. Si aprono lungo le pareti, su ambedue i lati, una serie di ipogei di età bizantina. Tale via conduce alla sommità del banco roccioso che è soprastante l'area della terrazza e che presenta numerose testimonianze. Secondo uno studio (Polacco) si possono riferire ai due templi ed a fosse votive riferibili al santuario di Demetra e Kore. Scavi recenti (Voza) invece hanno consentito di evidenziare in quest'area, che pure reca tracce di epoca preistorica, le fondazioni di un tempio, posto pressocchè al centro della terrazza. La parte centrale di tale edificio arcaico è interessata dalla presenza di due tombe monumentali riferibili al V sec. a.C..

Tale area è stata interpretata come quella del Santuario di Apollo Temenite, ricordato anche da Ticidide, dove era una statua monumentale di Apollo, poi fatta trasferire da Tiberio a Roma. La zona ebbe poi un assetto monumentale in età ieroniana, con la creazione di un portico ad "U", con fronte a sud, che include il tempio al centro, e collega questa all'area sottostante del teatro, ma anche implicitamente con l'impianto dei due quartieri della Neapolis e di Akradina. All'estremità del braccio orientale di tale stoà erano due templi identificabili con quelli di Demetra e Kore. Sempre nel settore orientale di tale area, e più precisamente nel tratto soprastante le c.d. Grotta del Salnitro e dei Cordari, è una necropoli di età tardo-arcaica e classica. E' in tale area che sono evidenti anche tratti di sedi stradali; sono state messe in luce tracce consistenti di quella che si potrebbe identificare come Porta Temenite.

Tutta la fascia ad est rispetto al teatro è caratterizzata da una serie di latomie (cave di pietra) : La Latomia del Paradiso, con l'Orecchio di Dionisio, grotta a forma di "S", che deve il suo nome al Caravaggio, famosa per il particolare effetto acustico, la Grotta dei Cordari e la Grotta del Salnitro; la Latomia dell'Intagliata e quella di S. Venera, la cui parete settentrionale è caratterizzata dalla presenza di numerosissime nicchie votive: Ad est è la Necropoli Grotticelli, caratterizzata da carraie , sepolcri e due colombari, uno dei quali è particolarmente imponente con frontone su semicolonne doriche ed è stato erroneamente identificato con la tomba di Archimede.

A sud rispetto al teatro è l'Ara di Ierone , identificato come l'altare fatto costruire da Ierone e dedicato probabilmente a Zeus Eleutherios.
Monumento tipicamente romano è l'Anfiteatro, del quale si hanno anche notizie dall'Areazzo e dal Fazello, ma si deve al Serradifalco la documentazione più completa, punto di partenza per tutti i successivi studi e scavi. E' più grande di quello di Catania e di Termini Imerese.

E' in parte scavato nella roccia, eccetto la parte meridionale, il resto era costruito. Un sistema di gradinate consentiva il flusso degli spettatori. All'arena si accedeva da due corridoi ed è chiusa da un podio con corridoi retrostanti sul quale poggiavano i primi gradini per gli spettatori di riguardo.. La datazione di questo monumento è stato oggetto di più studi. Datato al III d.C. è oggi dai più considerato di epoca augustea sia per le tecnica di edilizia che per una iscrizione che fa riferimento a Betilieno.

L'anfiteatro non segue l'orientamento del tessuto urbano ad est, ma è impostato su un orientamento NW-SE. Non è ben chiaro se ciò sia dovuto alle esigenze legate alle caratteristiche del sito , oppure segua l'importante asse viario che proprio nei pressi dell'anfiteatro intercettava un arco trionfale, anch'esso di età augustea, del quale rimangono le basi dei due piloni. L'approvigionamento idrico per l'anfiteatro era garantito da un serbatoio , la c.d. Piscina Romana, a tre navate su 14 pilastri e copertura con volta a botte. Fu realizzata chiudendo un tratto di strada delle latomie, impermeabilizzando le pareti. Fu utilizzata in epoca bizantina come basilica ipogeica.
Al di sopra è la chiesa di S. Nicolò ai Cordari, ad una sola navata, con abside, con portale e finestrelle a feritoie. Fu riutilizzata in età normanna ed è qui che si celebrarono i funerali di Giordano, conte di Siracusa.

 



immagine 1
immagine 2