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Il ricordo di Tusa a tre mesi dalla scomparsa

Il ricordo di Tusa a tre mesi dalla scomparsa

"L'undici aprile del 2018 lo chiamai a far parte del governo. Lui non aveva un partito perchè era convinto che le persone fossero più importanti dell'appartenenza. Mi onorò della sua adesione con un sorriso e mi disse che con il mio aiuto avrebbe potuto realizzare una parte di quegli obiettivi che per lui erano rimasti sogni. Ma adesso, aggiunsi, possiamo sognare insieme".
Il ricordo che il presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci ha voluto dedicare al suo ex assessore ai Beni culturali Sebastiano Tusa, scomparso tre mesi fa nell'incidente aereo in Etiopia, è quello di un "tecnico per eccellenza, carico dello stesso entusiasmo di un ragazzo, che nelle lunghe ed estenuanti riunioni di giunta non ebbe mai una sbavatura, né una battuta sopra le righe, mai una parola fuori posto. Illustrava le proprie delibere con un linguaggio asciutto, semplice e col pudore di chi vuol farsi capire anche da chi non è aduso a un certo linguaggio e a una determinata materia".
Dopo la messa di suffragio, svoltasi nella Cattedrale a Palermo, celebrata dall'arcivescovo Corrado Lorefice, in un gremito atrio di Palazzo d'Orleans si è tenuta la cerimonia in ricordo dell'archeologo che faceva parte del governo regionale, con gli imterventi commemorativi del presidente dell'Ars Gianfranco Miccichè, del sindaco e del rettore dell'università di Palermo Leoluca Orlando e Fabrizio Micari, dello scrittore Valerio Massimo Manfredi e della giornalista di Linea Blu Donatella Bianchi e di Andrea Tusa, etnoantropologo e figlio dello scomparso assessore.
"Un momento di riflessione e di omaggio - ha detto Musumeci - che avremmo voluto che si svolgesse davanti a una bara sulla quale depositare un fiore e, per questo, abbiamo atteso tre mesi. Ma è stata, purtroppo, un'illusione che abbiamo inseguito tutti e ancora oggi non sappiamo se quella bara arriverà mai e se dovremo accontentarci di ricordare Sebastiano per la sua nobile esistenza, per le opere che ha prodotto e per l'insegnamento che ha lasciato".
"Era un amico, quasi un fratello - ha detto Musumeci - e tutti avevano imparato ad apprezzarlo e a volergli bene. Il mare era la sua vita e, con la consueta ironia dell'intelligenza con la quale accompagnava ogni suo ragionamento, amava ripetermi che le cose più belle non stanno né in cielo né in terra ma negli abissi. Conosceva ogni angolo del Mediterraneo, convinto com'era che una sola goccia di quel mare, così come disse Gesualdo Bufalino, contenesse più storia di tutti gli oceani del mondo".
Musumeci, dopo aver ricordato la grande intuizione di Sabastiamo Tusa con la creazione della Soprintendenza del Mare che diede impulso, a partire dal 2004, a nuove ricerche e recuperi di importanti relitti, ha parlato della grande eredità, sul piano amministrativo e dell'azione di governo, lasciata dal grande studioso a cominciare dai parchi archeologici, previsti da una legge del 2000 rimasta pressochè inapplicata, e il sistema museale.
"Mi spiegava - ha ricordato il governatore - che il museo non può essere una realtà avulsa dal contesto in cui è stato realizzato ma è parte integrante della città e custodisce l'identità di ognuno di noi. Ed era fermamente convinto della necessità che uno spazio culturale debba determinare ricadute sul territorio perchè, in caso contrario, si trasforma in una sfida persa".
Infine, un pensiero legato all'approccio che l'ex assessore aveva con gli impegni quotidiani. "Mi suggeriva sempre - le parole di un commosso Musumeci - di affrontare i problemi uno per volta e sempre con il sorriso sulle labbra. Lo faremo, Sebastiano, ma almeno per stasera accontentati di una lacrima che è un modo per dirti che ti vogliamo bene".